Ho toccato la schiena sudata di Blank Banshee

Blank Banshee è un pazzo scatenato, punto.

Potrebbe terminare così il riassunto della serata vissuta lo scorso 27 novembre all’Arca di Milano, unica tappa italiana del 4D Tour dell’artista mascherato canadese. Tuttavia, per dovere di cronaca, è giusto approfondire il racconto di quella che è stata l’ora più folle ed insensata del mio 2023.

Cominciamo col dire che Blank Banshee, per chi non lo sapesse, è il precursore del genere vaportrap, sottogenere che mescola gli elementi della vaporwave con la trap. Di lui si conosce nome, cognome, età, paese e città d’origine, ma nessuno lo ha mai visto in faccia. Infatti, ad ogni live, si nasconde dietro ad una maschera brillantinata, passamontagna e cappuccio.

La fama è arrivata nel 2012, all’apice della popolarità della vaporwave, con la canzone simbolo Teen Pregnancy estratta dal suo album di debutto Blank Banshee 0, dopodiché il suo anonimato, Internet, i “meme e tutto il resto ha permesso alla sua figura di farsi conoscere in tutto il mondo, Italia compresa.

Infatti, Blank Banshee aveva già fatto visita all’Italia diverse volte in passato: nel 2017 (Bologna) e nel 2019 (Bologna, Milano e Roma), mentre l’unica presenza del 2021 (ai Magazzini Generali di Milano) venne annullata per le questioni sanitarie legate al COVID-19 – e, aggiungo, gran peccato visto che vivevo a pochi passi dalla venue.

Insomma, questo ritorno nella nostra penisola era davvero molto atteso dai suoi fan di lunga data e dal sottoscritto, che non aveva ancora avuto piacere di vedere una sua esibizione. E l’Arca è il posto perfetto per accoglierlo perché questo spazio polifunzionale, fondato appena un anno fa, mira ad essere un punto di riferimento per la scena elettronica a Milano.

Veniamo al dunque. Parcheggio la mia auto poco distante dal locale, entro dentro verso le 20:30 e, in attesa dell’inizio alle 21:30 con tanto di countdown proiettato sul muro, scambio quattro chiacchiere con un mio amico. La stanza non è enorme, le persone non sono tante, ma l’atmosfera è quella di una serata piena di adrenalina e tra veri supporters di Blank Banshee.

Appena termina il tempo, la folla inizia ad acclamare la presenza di Blank Banshee e lui sbuca fuori. Sulla sua postazione non ha nulla se non un computer portatile e un launchpad: un segnale iniziale che potrebbe far pensare a un pre-set a cui basta premere avvio. Invece, già dopo i primi secondi, il nostro eroe mascherato si scatena, facendo rimbalzare le proprie dita sulla propria strumentazione.

Quello che avviene dopo è difficilmente descrivibile. Si susseguono diversi pezzi del proprio repertorio, a partire da Blank Banshee 0 fino ad arrivare a 4D, l’ultimo album prodotto. L’artista nordamericano carica la folla nelle primissime fasi con sonorità forti e potenti, riuscendo successivamente ad alternare questi momenti concitati con quelli più distesi – anche se, dal vivo, anche brani cosiddetti “leggeri” risultato martellanti grazie alla resa dei bassi.

Blank Banshee è abile a regalare numerosi colpi di scena al pubblico con la propria musica, ma anche i video, proiettati alle sue spalle, contribuiscono alla resa dell’atmosfera generale. Grafiche spartane ed essenziali tipiche della vaporwave, più altri elementi propri del progetto come, ad esempio, le varie copertine degli album.

In un battibaleno, un’ora di concerto è volata e arriviamo al termine di esso, con Blank Banshee che si getta sul pubblico scatenato. In pochi secondi viene accerchiato e il nostro uomo passa la restante mezz’ora a prestarsi per foto e autografi. Tra le migliori scene possiamo ricordare: un tizio che tira fuori un fazzoletto di carta e una penna; un altro tipo che gli porge un libro di Pier Paolo Pasolini; il bodyguard che lo invita a tornare nel backstage, ma lui lo respinge dicendo che non ci sono problemi.

Proprio quest’ultimo fatto mi ha notevolmente colpito: Blank Banshee, nonostante la maschera, ama il proprio pubblico e ringrazia tutti coloro che gli porgono un complimento. Come al sottoscritto, con un bel selfie completamente abbracciati, con la mia mano sulla sua schiena sudata e una forte stretta di mano finale.

Non ci sono dubbi: Blank Banshee è l’eroe mascherato della gente comune di cui avevamo bisogno.

Le prime due foto di questo articolo sono opera di Charles-Antoine Marcotte.

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