Sto iniziando una recensione su un album di una band che è tutto meno che convenzionale, prendete quello che ne uscirà fuori come un risultato di una sfida che faccio con me stesso. Non ho un’idea di come strutturarla e andrò più a braccio del solito.
Ma chi è sta gente?
Forse il modo migliore per iniziare è proprio dalle basi: chi sono i 100 gecs e da dove sono usciti fuori? Il Guardian li ha definiti “la più strana band del mondo”; si tratta di un progetto formatosi a St. Louis da queste due belle facce : da sinistra Laura Les e Dylan Brady, troppo impegnati a non fare parte del concetto di logica.
Nel 2019 iniziano ad avere la prima vera ondata di notorietà con il singolo Money Machine, poi culminata con l’uscita dell’album 1000 gecs, destando l’attenzione di non poche personalità importanti della cosiddetta “music industry”, colpita all’unisono dalla sorta di schizofrenia provocata all’apparato uditivo una volta ascoltati.
Ricordo ancora il mio sconcerto e disorientamento al primo ascolto: un trionfo di autotune, non capivo se la gente che li acclamasse fosse seria o se ci fosse un gigantesco prank ben riuscito nei miei confronti al fine di convincermi che della musica inneggiante le vibes delle suonerie dei Nokia 3310 potesse essere meritevole della mia approvazione.
Tutto questo fino a quando ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo lo scorso giugno: non so cosa si sia acceso in me, ma l’atmosfera che sono riusciti a creare mi ha permesso di capire molto di più del perché del fenomeno che li ha portati a questa esplosione.
100×100
Ma veniamo all’album: solita moltiplicazione per 10 e quindi 10,000 gecs, ormai annunciato da più di un anno con folle di fan impazienti di sentire cosa avessero preparato per loro.
Non so se definirla una evoluzione, non è una sterzata decisa, ma è sicuramente un tentativo di assestamento per consolidare quanto di buono era già stato fatto, e la scelta potrebbe essere stata azzeccata.
Non puoi prenderli sul serio nemmeno nei primi secondi di Dumbest Girl Alive: si parte con la sigla della THX ripresa fedelmente, seguita da dei colpi di pistola che danno ufficialmente il via al caos, merito anche di alcune delle lyrics più divertenti dell’album:
I’ve got lightning in my veins, walk around like Frankenstein […]
Put emojis on my grave, I’m the dumbest girl alive
Se speravate che si fosse già raggiunto il picco, 757 vi farà cambiare idea molto velocemente con dei vocals che sono al limite tra l’umano e un linguaggio alieno non ben identificato. Regna sovrana la confusione per Sono abbastanza sicuro che con questa avrò perso il 90% di chi ancora aveva una parvenza di curiosità e di apertura mentale.
Per tutti gli altri: restate qui che ci divertiamo con Hollywood Baby, rilasciata poco prima dell’uscita dell’album. C’è molto poco da dire: è una hit, ovviamente una di quelle per cui hai fatica a capire il perché, ma questo è l’effetto che fanno e non possiamo fare altro che accettarlo.
Cra Cra
Per quanto riguarda Frog On The Floor invece possiamo notare come ogni cosa che passi per la testa di Dylan e Laura sia buona per una canzone. Cioè davvero, è solo la descrizione di quello che dice il titolo con uno stile che può ricordare una OST di un qualsiasi videogioco dei primi anni ’00.
I veri gechi sapranno che Doritos & Fritos è in giro da un bel po’ e c’è davvero poco da commentare: è un’altra bop con un ritornello che trova solo un modo per entrarti in testa senza interessarsi a cercare un’uscita.
Okay I went to France to get some new pants
I went to Greece to get something to eat
He said “S***, all we got’s Doritos and Fritos”
I said, “Then give me all of those f****** Doritos and Fritos”
E a questo punto mi sento di fermarmi un attimo per fare un plauso alla coerenza stilistica di sti due matti. Ho sempre detto che nella musica cerco l’autenticità sopra qualsiasi altro parametro di valutazione, e non c’è una canzone qui dentro che possa minare lo spirito prettamente ironico e spensierato che li contraddistingue, pur cambiando spesso genere di pezzo in pezzo.
A proposito, vi va un po’ di nu metal? Beccatevi una sorta di rip-off dei Limp Bizkit con Billy Knows Jamie, d’altronde perché no a questo punto?
Con One Million Dollars e The Most Wanted Person In The United States forse tocchiamo I due punti più evitabili dell’album. Canzoni carine al primo ascolto, ma con poco da dire nel complesso rispetto al resto, con la prima che è un semplice mix di una voce robotica e la seconda che fa un po’ da ponte alla chiusura dell’album.
Ma torniamo a un altro episodio di “100 gecs che inventano canzoni dal nulla di generi random” con lo ska di I Got My Tooth Removed. Sul serio, alle prime note del ritornello dopo l’introduzione da ballad mi sono fermato e ho applaudito. Su un marciapiede mentre camminavo. Davvero.
L’album poi si chiude con mememe un altro singolo ormai uscito da quasi un anno. Altra hit, è semplicemente troppo potente per la nostra comprensione e l’unica cosa che possiamo fare è metterla in momenti casuali della giornata, alzare il volume e goderci il resto che verrà da sé.
Distruzione per un mondo migliore
10,000 gecs continua un percorso già battuto con lo scorso album per dare una via alternativa e per certi versi distruttiva alla musica del futuro, perché nell’apparente innocenza di questi due ragazzi si nasconde un potenziale non da poco.
Tirando le somme si tratta di un album interessante, senza però eccellere in nessun momento in particolare. So che moltissimi non lo riusciranno a digerire, molti altri lo ignoreranno bollandolo come “i soliti scappati di casa che piacciono ad altri scappati di casa”. È possibile, ma intanto lasciatemi mangiare le mie Doritos.