Un artista enigmatico e in continua crescita, con un background unico e particolare: questo è Joji, artista che sta sbocciando nel panorama musicale con canzoni che già raggiungono le vette delle classifiche mondiali. Uno spettacolo annunciato con molto anticipo e in breve tempo andato sold out, tutte le premesse necessarie per immaginarsi un successo in grande scala. La location designata è il Carroponte a Milano, non la più facile da raggiungere dal punto di vista logistico ma un po’ più tranquilla e isolata dalla verve del centro cittadino milanese. L’apertura delle porte è per le 19 ma riesco ad arrivare per le 17.30, nel tentativo di trovare un posto ideale nel pubblico dove poter seguire al meglio il concerto, notando con sorpresa già la presenza di un numero elevato di persone, pronte per lo show che Joji aveva in serbo per noi. Il pubblico sembra a prima vista ricercato, non quello delle grandi occasioni alla ricerca dell’artista sulla bocca di tutti, ma quello che sa apprezzare i nomi in crescita e meno noti.
Le porte si aprono
Subito dopo l’entrata, mi concedo del tempo giusto per cenare e mi tengo pronto per gli spettacoli d’apertura: ad accompagnare Joji nella calda serata estiva a Milano ci sono Lil Toe, rapper della Florida con un sound elettrizzante e alla ricerca costante del contatto e del coinvolgimento del pubblico, SavageRealm, rapper statunitense che per l’occasione viene adattato al ruolo di hype man alla console, e Rei Brown, artista e produttore giapponese in crescita e grande amico di Joji col quale ha collaborato molte volte. Non avevo grosse aspettative su questi artisti, ma sono rimasto incredibilmente colpito dalla abilità di Lil Toe e SavageRealm di caricare e intrattenere il pubblico, e dalla capacità di Rei Brown di far emozionare il pubblico con le sue canzoni. Si può dire che l’antipasto per la grande portata mi ha soddisfatto a dovere, ma in tutto questo i problemi non sono venuti a mancare: il caldo e la ressa del pubblico hanno reso a volte problematico lo svolgimento delle esibizioni degli artisti, non considerando inoltre i vari problemi tecnici che non hanno permesso una resa a pieno potenziale delle esibizioni degli artisti presenti. Nonostante le condizioni climatiche proibitive, tutti erano pronti al grande show, tanto atteso da tutti.
Un’entrata in stile Joji (o forse FilthyFrank)
Il fermento per l’inizio del concerto aumenta e il pubblico è carichissimo, pronto a vedere da un momento all’altro l’entrata di Joji sul palco; una piccola postilla proprio sul palco è doverosa farla: disposto in maniera atipica su due livelli per permettere di vedere da ogni punto della venue il cantante e per permettere a Joji stesso un contatto diretto col pubblico, inoltre sono possibili giochi di luce molto apprezzabili tra i fari e gli schermi che dividono i due piani dello stage. Dopo che entrano i membri della band e il ritorno sul palco in console di SavageRealm, il concerto può definitivamente avere inizio. Parte subito un synth ben conosciuto: è l’inizio di Reanimator, canzone che è sempre usata da Joji come incipit per i suoi concerti, scritta in collaborazione con Yves Tumor. L’entrata di Joji è trionfale, sembra quasi colpito dal calore del pubblico, che ha potuto sentire con grande gioia dal backstage nelle due ore precedenti. Tutto è pronto per un evento che ha la potenzialità di essere indimenticabile. La presenza di SavageRealm in console è un elemento chiave per lo show: quasi sdrammatizza tutta l’enfasi dello spettacolo con tempi comici e musicali perfetti in console, con siparietti unici che coinvolgono sia Joji sia il pubblico, pronti a scatenare anche il lato “represso” di Joji, FilthyFrank, il personaggio che lo ha caratterizzato e lo ha reso celebre sul Web.
Per tutti i gusti
La scaletta del concerto è ben organizzata e raccoglie canzoni e interlude da tutti gli album pubblicati da Joji. Basta una piccola conversazione col pubblico tra una canzone e un’altra per poter capire subito quale canzone si sentirà da lì a poco, una semplice frase che infiamma il pubblico e fin dalla prima nota si è subito in festa. Si continua con hit quali Yeah Right e Will He, che personalmente mi hanno fatto scendere qualche lacrimuccia, a canzoni più ritmiche come Pretty Boy e Gimme Love che hanno esaltato il pubblico, infine a canzoni più ricercate e di nicchia tipo Attention e Plastic Taste. Lo spettacolo prosegue molto bene e il pubblico è infuocato in attesa delle grandi hit, nonostante qualche intoppo dovuto alle condizioni proibitive di una bollente serata estiva, rallentando il flusso continuo dello show.
Le più attese
Ci avviciniamo alla fine del concerto, e si contano sulle dita di una mano le canzoni che mancano alla fine: tutti sono in attesa delle due grandi hit che hanno scosso maggiormente le piattaforme di streaming musicale: Slow Dancing in the Dark e Glimpse of Us. Ma Joji scompare, lo spettacolo sembra proprio finito; finchè non torna in scena con la band, lo show non è ancora finito. Subito con le prime note di Slow Dancing in the Dark, il pubblico è in estasi, canta a squarciagola con una emozione incredibile, intonando inoltre a cappella con Joji stesso, incredulo di ciò che sta accadendo, il ritornello della canzone. Sembra di nuovo tutto finito ma con un secondo encore, Joji rientra in scena per cantare Glimpse of Us, la canzone che più di tutte ultimamente lo ha reso celebre al pubblico internazionale; in quel momento mi sono sentito veramente emozionato, un’esperienza incredibile da vivere con amici che per mesi ci eravamo programmati di vivere. Un finale perfetto che lascia il pubblico soddisfatto e quasi incredulo di ciò che è successo nell’ultima ora e mezzo.
Una calorosa esperienza
Dopo il grande esodo dal Carroponte, pronto a tornare in centro a Milano per dormire una notte tranquilla ripensando a tutto ciò che ho vissuto nella serata, cerco di ragionare per capire il vero valore di questo concerto. Difficile trovare dei veri punti negativi, forse l’unico grande problema è stato il periodo in cui si è organizzato l’evento: Milano in pieno agosto non è proprio la meta più suggestiva per un concerto, mi ricorderò per un bel po’ di tempo la sera con 40 gradi percepiti all’ombra e i vari problemi tecnici e organizzativi dovuti proprio alle temperature proibitive; per il resto mi ritengo decisamente soddisfatto di come ho vissuto il concerto, 46 euro per il biglietto forse un po’ tantini ma ben spesi per un artista con un gran potenziale, che già ora merita location di maggior successo rispetto al sold out di 7500 persone al Carroponte. La prima esperienza di Joji in Italia è stata alla fine un successo su tutti i fronti, un finale del suo primo tour europeo incredibile, aspettando il suo ritorno il prima possibile nel vecchio continente.