Yukika: la city pop giapponese rinasce in Corea del Sud

In questi ultimi anni sono entrato in fissa con molti generi musicali che hanno trovato popolarità su Internet: come ad esempio la vaporware oppure la future funk, che prendono spunto per la loro estetica e per il loro sound dal Giappone. Proprio l’ultimo genere che ho citato riprende fortemente le canzoni city pop, diffusissime proprio nel Sol Levante negli anni Ottanta che davano risalto alla felicità, al periodo estivo passato in riva al mare e al boom economico di una Tokyo ormai diventata un vero e proprio centro finanziario mondiale. È curioso che la city pop riprendesse la musica occidentale, modello per i giapponesi su tutti i fronti, con elementi jazz fusion, funk e soft rock, così come è vertiginosamente precipitata nel dimenticatoio nel giro di un decennio a causa proprio dello scoppio della bolla speculativa che si era formata in quegli anni. Se si vola in Giappone e si chiede ai giapponesi se sanno cos’è la city pop, loro risponderanno con esito negativo. Eppure la city pop è ritornata prepotentemente alla ribalta grazie anche a canzoni come “Plastic Love” di Mariya Takeuchi oppure “Ride on Time” di Tatsuro Yamashita – che, tra l’altro, è suo marito. Chi ci ha visto lungo – come sempre – è la Corea del Sud, il vicino nemico-amico del Giappone che sa come conquistare il popolo occidentale con il K-pop con le sue boy band/girl band al seguito. Tra le prime ad arrivarci è stata Yubin che, nell’estate del 2018, ha regalato una perla come “숙녀 (淑女) Lady” – ok, non so leggere il coreano o il giapponese – che strizza l’occhio alla city pop: sound anni ’80, ritmo calzante e un video che spruzza da tutti i pori la nostalgia di una decade scintillante e, ai tempi, moderna. Un fuoco di paglia comunque perché la cantante coreana è ritornata sui passi della K-pop moderna. C’è da sottolineare che Yubin già conosceva il genere avendo rilasciato “I Feel You” con il suo ex gruppo Wonder Girls nel 2015. Yukika: la city pop è un affare giapponese Chi ci ha davvero buttato anima e corpo è Yukika Teramoto, conosciuta solo come Yukika. Nata in Giappone, la sua è una storia particolare: già a 13 anni appare nella celebre rivista pre-adolescenziale Nicola, diventando quindi modella, attrice per alcune serie televisive per giovani e doppiatrice per diversi anime – i cartoni giapponesi per chi non conoscesse il termine; insomma, una vera e propria emulazione di tutte le cantanti americane che hanno esordito con Disney Channel. Nel 2009 arriva però il colpo di scena: una pausa per dedicarsi anima e corpo all’università. Salto veloce di qualche anno: nel 2015, Yukika lascia il Giappone e si trasferisce in Corea del Sud – cosa molto atipica per essere una giapponese che avrebbe già la possibilità di avere un suo percorso in madre patria. Non è una scelta comunque casuale: i coreani si stanno appropriando della city pop giapponese e ci vuole qualcuno a difendere i suoi colori. L’avventura parte con la partecipazione a The Idolmaster KR, un drama che racconta la storia di dieci ragazze che si preparano a diventare appunto delle idol, e al reality show Mix Nine. Proprio dalla prima esperienza si unirà a un gruppo chiamato Real Girls Project, scioltosi come neve al sole dopo due anni. Luci a neon e fusione coreana È arrivato quindi il momento del salto di qualità: a febbraio 2019 esce il primo singolo “Neon (네온)” per la piccola etichetta ESTIMATE Enterainment, che ha in ingaggio solamente lei e – da quanto ho capito – un altro cantante. Il singolo raccoglie molte critiche positive fuori dalla Corea del Sud ma, dall’interno, pare sia arrivato invece qualche sorriso e incoraggiamento, con Yukika capace di sorprendere un po’ tutti per una solida pronuncia coreana essendo la canzone scritta proprio in quella lingua. Nel tempo sono poi arrivati altri singoli e, finalmente, il primo album. “Soul Lady (서울여자)” contiene undici tracce che raccolgono la city pop e la infondono nella K-pop. Un lavoro che sorprende sicuramente noi che viviamo in Occidente ma anche i coreani stessi: al momento è riuscito a raggiungere l’ottava posizione in classica e il singolone omonimo sembra aver preso bene i coreani. Un esperimento che ha avuto successo? Solo in parte, anche perché a novembre 2020 le strade tra la ESTIMATE Enterainment e Yukika si sono separate, con la cantante giapponese diretta verso la Ubuntu Entertainment, di proprietà del suo ex manager. Ed ecco quindi l’uscita frettolosa di un EP, “timeabout,” per sancire la nuova avventura, sebbene la city pop è pesantemente infarinata con elementi zuccherini e sbriluccicosi della più banale dance pop coreana. Yukika continua comunque per la propria strada, collaborando con un artista sulla sua stessa linea d’onda quale Bronze (브론즈) e continuando a sfornare singoli conosciuti, però, solo al di fuori della penisola asiatica. Una cosa è certa: Yukika è decisa a tracciare una linea che collega la Corea del Sud con il Giappone. Articolo scritto originariamente per Feline Wood, 2 ottobre 2020 Foto: Ubuntu Entertainment Luca Basso

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